Ricorre la 14^ Giornata Internazionale della Protezione dei Dati, evento che riporta al 28 gennaio 1981, giorno in cui partirono i lavori per la Convenzione 108. Perché tutelare la propria privacy è la base per la sicurezza della vita privata.

Data Privacy Day28 gennaio 2020. Non una data qualsiasi ma un giorno da cerchiare in rosso sul calendario, specie per gli internauti o coloro che fanno del web la propria vita, tra studio e lavoro.

Ricorre oggi, infatti, la Giornata Internazionale della Protezione dei Dati (nota anche come “Data Pivacy Day”), iniziativa lanciata dal Consiglio d’Europa con il supporto della Commissione Europea al fine di sensibilizzare sui diritti inerenti alla sicurezza dei dati personali e sul Regolamento Europeo sulla privacy entrato in vigore il 25 maggio 2018.

Non un giorno qualunque, quindi, poiché richiama quel 28 gennaio 1981, allorquando si avviarono i lavori che condussero alla firma della Convenzione di Strasburgo 108 (o Convenzione 108 del Coniglio d’Europa) documento grazie al quale venne garantito ad ogni persona il “rispetto dei suoi diritti e delle sue libertà fondamentali e in particolare del suo diritto alla vita privata, in relazione all’elaborazione automatica dei dati a carattere personale che la riguardano la protezione dei dati”. Nata dall’esigenza di tutela degli individui come conseguenza al moltiplicarsi di tecnologie del fare comunicazione a partire dagli anni ’60, la Convenzione ad oggi è riconosciuta come unico strumento giuridicamente vincolante a livello internazionale, in tale ambito, consentendo l’adesione ad essa anche agli Stati non membri del Consiglio d’Europa.

In occasione della quattordicesima edizione (venne infatti istituita nel 2006), Google e Facebook hanno posto l’accento sull’importanza di questa ricorrenza. Intanto Google  ha inserito al di sotto della barra di ricerca la forma “verifica le impostazioni” relative controllo della privacy, permettendo agli utenti loggati di reperire le informazioni sui dati raccolti da Google attraverso una serie di funzioni (ad esempio cronologia delle posizioni, informazioni del dispositivo, cronologia ricerche e visualizzazioni YouTube e attività varie) e decidere eventualmente cosa consentire e cosa bloccare.

Accedendo per la prima volta su Facebook nell’arco della giornata, compare sulla timeline un avviso sulla possibilità di verificare le proprie impostazioni sulla privacy sul proprio account. Cliccando sul link “inizia il Controllo della privacy” si accede ad un tool grazie al quale poter verificare chi può vedere i contenuti condivisi e come gli utenti possono trovarci sul social, come proteggere il proprio account e le altre impostazioni relative ai dati di Facebook.

Un aspetto che forse passa – erroneamente – inosservato, ma che consente ad ognuno di noi di mantenere un occhio vigile sui propri dati e tutto ciò che ne deriva. Sulla propria vita.

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